Come Pauline Jaricot guarì grazie all’amore materno

All’età di 15 anni Pauline Jaricot (1799-1862) cadde rovinosamente. Afflitta dalle conseguenze sia fisiche sia psichiche, Pauline sembrò perdere gusto alla vita. La fede e l’amore della famiglia, però, e in particolare quello che le veniva dalla madre Jeanne si rivelarono i rimedi migliori contro il male che divorava Pauline.

Tassin, 1814. In una giornata piovosa, Jeanne Jaricot emise un ennesimo sospiro d’angoscia: era già un mese che Pauline, la maggiore dei suoi figli, era caduta dal proprio sgabello, e da quel giorno la giovane adolescente non era più stata la stessa. 

Lei che amava cantare e ridere aveva ora l’aria triste e amareggiata. La sua attitudine maldestra, dovuta alla pronunciata miopia, si era aggravata. A ogni perdita d’equilibrio, andava a sbattere contro i mobili e poi aveva crisi di nervi. Si aggirava per la casa dei genitori come un fantasma. 

Jeanne Jaricot, colonna di amore e di fede 

I medici affermavano che la vita di Pauline non era più in pericolo, ma il male che le faceva male veniva anche dal cuore. Jeanne conosceva la figlia: malgrado un grande amore per Cristo, Pauline era sfortunatamente soggetta alla vanità. Amava le attenzioni dei ragazzi e i bei vestiti e, ben consapevole del suo stato miserando, il suo orgoglio le si rivoltava contro e le strapazzava il cuore. 

Jeanne non sapeva più che fare ma rifiutò di arrendersi. Ogni giorno trascinava Pauline vicino al crocifisso e pregava con lei. Anche l’afflitta ammetteva che il solo rimedio possibile era Dio, ma se ne credeva indegna. Allora Jeanne raddoppiò la preghiera e l’attenzione, malgrado la propria cagionevole salute. 

La madre e la figlia condividevano un oscuro presentimento: la morte non era lontana, ma per chi? Ognuna pregava perché non toccasse all’altra… alla fine giunse la morte di Narcisse, il fratello maggiore di Pauline: la salute di Jeanne declinò rapidamente e separarono le due malate perché non si demoralizzassero a vicenda. 

La salute di Pauline 

Appena rientrata a Lione, Jeanne implose, ma durante la propria agonia offrì la sofferenza che viveva per la figlia. Poco tempo prima della morte, quelli che la assistevano la udirono dire queste parole: 

Grazie, mio Dio: Pauline sarà tutta tua! 

Non dissero a Pauline della morte della madre, per paura che il dolore la schiantasse, ma quest’ultima era già convinta che non avrebbe più rivisto l’amata madre. I fratelli si alternarono nell’avvicinarsi a lei per invitarla a lasciarsi nuovamente avvicinare da Dio. 

La maggiore si lasciò convincere: poco a poco, ritrovò un equilibrio adeguato e la condotta di un tempo, ma il suo malessere non era ancora guarito. Pauline ricadde nelle vanità mondane, sperando di trovarvi qualche consolazione, ma né il teatro né i bei vestiti colmavano il vuoto della sua anima. 

È stato l’incontro con padre Würtz che si rivelò decisivo nello staccare per sempre Pauline dalla vanità. Dopo una confessione liberatoria, Pauline abbandonò i gioielli e si diede corpo e anima al prossimo. Senza avere vocazione religiosa, decise di dare tutto a Dio. 

La promessa di Dio a Jeanne si compì, dunque: Pauline segnò la storia della cristianità col suo slancio missionario e incarnando lo spirito di carità. Dopo una vita al servizio degli altri, Pauline Jaricot rese l’anima nel 1862. Sarà proclamata beata il 22 maggio 2022 a Lione. 

https://it.aleteia.org/2022/01/11/pauline-jaricot-gusto-vita/

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